La Farfalla sulla
roccia.
Era inquieto
Marco, aveva delle decisioni da prendere, decisioni importanti, di quelle che
ti cambiano la vita.
Faceva caldo, quel caldo afoso delle estati calabresi, non
si respirava, decise di andare per mare. Non per pescare come faceva da sempre,
non per mestiere, ma solamente un giro in barca, di giorno, sotto il sole, per
cercare delle risposte alle sue domande.
Ci sono giorni e
giorni, quello era un giorno.
Marco era al
timone della sua barca di legno, un vecchio gozzo blu, che lo accompagnava da
sempre nelle sue notti di pesca, il cappello di paglia calcato sui ricci, la
maglia rossa con nel taschino due radici di liquirizia, il pantalone blu
consumato dal tempo.
Ma oggi era
diverso. Diresse il timone verso l’arco di roccia, in realtà era un ponte di
roccia che univa due costoni attraversati dal mare. Ma lui lo chiamava arco
perché dalla sua sommità i più temerari, si lanciavano nel vuoto, diritti e
veloci dentro il mare, come una freccia. Si era sempre domandato il perché lo
facessero, il perché lui non lo facesse, ma non aveva mai trovato dentro di se
la risposta.
Mentre si
interrogava ancora, fu attirato dal
cadere giù di una bianca freccia con un impennaggio biondo, che cascò veloce e dritta nel mare,
alzando poca schiuma.
Gli si fermò il
respiro, un momento di apprensione, nel tempo che passò fino a quando non
riemerse poco distante da lui.
Un sorriso di soddisfazione, due occhi chiari,
una folta chioma bionda. Non pensò, non fece niente, ma si ritrovo vicino a lei
tendendogli la mano: Posso esserle di aiuto signorina. Vanessa please, mi
chiamo Vanessa. La ringrazio Mister..? Marco, Marco Oronzo, rispose lui con un
filo di voce.
Vorrei completare la mia impresa, la mia avventura ed arrivare a
riva a nuoto. Come preferisce, rispose contrariato, mentre dentro di lui
sentiva fluire energia come un torrente in piena.
"What
a silly man" pensò la ragazza. Riemergere e trovare quegli occhi l'aveva
improvvisamente bloccata. Fu costretta a prender fiato. Proseguì nuotando a dorso.
Gli occhi di quell'uomo così lunghi e chiari, freddi, facevano contrasto con la
carnagione scura e la voce calda... decise di nuotare verso lo
scoglio più vicino. Doveva fermarsi un attimo, prendere fiato.
Con la coda dell'occhio teneva a
bada il gozzo. "Fuck you Marco Oronzo".
La
segui con lo sguardo, immobile, il tempo si era fermato, il mondo intorno a lui
si era fermato, tutto era ancora più fosco, solo un piccolo cerchio del suo
sguardo era a fuoco, ed al centro c'era solo lei, Vanessa, l'intrepida ragazza
inglese, che lo aveva lasciato li, con il braccio penzoloni fuori dalla barca.
La
vide risalire poco distante, su una roccia, si muoveva decisa con le sue
bianche braccia e si spingeva su con le sue gambe, lunghe e snelle.
Dubbi,
molti dubbi, cosa faccio, la raggiungo, no non voglio sembrare invadente, ma
mentre lui si contorceva la mente, lei seduta stabile sulla roccia alzo le
braccia e lo chiamò a se.
Le
braccia gli sembrarono due ali, una farfalla, una farfalla sulla roccia,
colorata, intensa ma delicata.

Commenti
Posta un commento