Il terremoto della natura,


Il terremoto dell'uomo!
Stamattina alle ore 7,41, ero seduto al tavolo della mia cucina a fare colazione, quando il giornalista del TG annuncia e vive in diretta una forte scossa di terremoto.
La mia sedia sussultava, il tavolo si muoveva, il mio cuore batteva forte.
Sapevo che veniva da lontano, dall'Italia centrale, dai posti bellissimi che ho spesso girato e visitato per lavoro. Ricordo ancora, quando più volte, percorrendo la nazionale che dalle Marche mi portava a Perugia, improvvisamente appariva Norcia, maestose case di pietra, le une accanto alle altre, incastonate come pietre preziose nella natura.
Ma ricordo anche i racconti di mia nonna Angela, che mi narrava le paure del terremoto di Messina del 1908, quella paura che a distanza di anni si calmava solo sapendo che vicino l'uscio vi era una "bursicella" piena di generi di prima necessità.
Ma ricordo anche i racconti che mia madre Giovanna mi ha fatto e mi fa, sulla II° guerra mondiale, lei che viveva a Messina, città fortemente bombardata a causa della posizione strategica del porto e dello sbarco degli alleati che avvenne in Sicilia.
Il rombo dei bombardieri come il rombo del terremoto, le sirene, come le urla della gente impaurita, i boati dei crolli come i boati delle case bombardate.
La nebbia di polvere, uguale; la paura, uguale; la voglia di scappare, uguale; La voglia di sopravvivere, uguale.
Raggiungere un luogo aperto e raggiungere un rifugio sotterraneo, due mete uguali e opposte, che rappresentano entrambi la salvezza, la vita.
La natura, con i terremoti, maremoti, tornadi, ci ricorda che il potere dell'uomo è una inezia di fronte a lei, una semplice formica di un grande sistema.
L'uomo, con la sua avidità, con la sua sete di potere, con le sue guerre inutili, con la sua follia, ci ricorda che nel mondo oltre al bene, che sta scomparendo, esiste una forma di autodistruzione chiamato male, che ha mille sfaccettature e come un virus mortale ci consuma l'anima universale che al sistema natura ci collega.
La tristezza oggi mi pervade, penso che la paura che hanno provato gli uomini le donne e i bambini stamattina, durante il terremoto, è la stessa di quella che hanno provato e che provano adesso, stasera, domani e dopodomani gli uomini, le donne e i bambini vittime di una guerra inutile, che semina morti, feriti, pazzia, tra i molti per l'interesse di pochi, di pochissimi.


Il terremoto dell'uomo!
Stamattina alle ore 7,41, ero seduto al tavolo della mia cucina a fare colazione, quando il giornalista del TG annuncia e vive in diretta una forte scossa di terremoto.
La mia sedia sussultava, il tavolo si muoveva, il mio cuore batteva forte.
Sapevo che veniva da lontano, dall'Italia centrale, dai posti bellissimi che ho spesso girato e visitato per lavoro. Ricordo ancora, quando più volte, percorrendo la nazionale che dalle Marche mi portava a Perugia, improvvisamente appariva Norcia, maestose case di pietra, le une accanto alle altre, incastonate come pietre preziose nella natura.
Ma ricordo anche i racconti di mia nonna Angela, che mi narrava le paure del terremoto di Messina del 1908, quella paura che a distanza di anni si calmava solo sapendo che vicino l'uscio vi era una "bursicella" piena di generi di prima necessità.
Ma ricordo anche i racconti che mia madre Giovanna mi ha fatto e mi fa, sulla II° guerra mondiale, lei che viveva a Messina, città fortemente bombardata a causa della posizione strategica del porto e dello sbarco degli alleati che avvenne in Sicilia.
Il rombo dei bombardieri come il rombo del terremoto, le sirene, come le urla della gente impaurita, i boati dei crolli come i boati delle case bombardate.
La nebbia di polvere, uguale; la paura, uguale; la voglia di scappare, uguale; La voglia di sopravvivere, uguale.
Raggiungere un luogo aperto e raggiungere un rifugio sotterraneo, due mete uguali e opposte, che rappresentano entrambi la salvezza, la vita.
La natura, con i terremoti, maremoti, tornadi, ci ricorda che il potere dell'uomo è una inezia di fronte a lei, una semplice formica di un grande sistema.
L'uomo, con la sua avidità, con la sua sete di potere, con le sue guerre inutili, con la sua follia, ci ricorda che nel mondo oltre al bene, che sta scomparendo, esiste una forma di autodistruzione chiamato male, che ha mille sfaccettature e come un virus mortale ci consuma l'anima universale che al sistema natura ci collega.
La tristezza oggi mi pervade, penso che la paura che hanno provato gli uomini le donne e i bambini stamattina, durante il terremoto, è la stessa di quella che hanno provato e che provano adesso, stasera, domani e dopodomani gli uomini, le donne e i bambini vittime di una guerra inutile, che semina morti, feriti, pazzia, tra i molti per l'interesse di pochi, di pochissimi.

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