Strage alla stazione di Bologna
Era il 1 agosto del 1980, mi trovavo con i miei amici Mario, Giorgio e Maurizio, al campeggio l'Africano a Briatico. Era pomeriggio, stavamo oziando davanti la nostra tenda mentre ascoltavamo al registratore Pino Daniele. Arrivarono un ragazzo ed una ragazza, a piedi, con la loro attrezzatura, stanchi, in cerca di una piazzola dove piantare la loro tenda. Ne scelsero una proprio accanto a noi. Vedendoli così stanchi noi, come era nostra abitudine, ci proponemmo di aiutarli a montare la tenda, cosa che loro accettarono di buon grado. Il bello del campeggio, che haimè mi manca, e che si crea una specie di comune, ci si aiuta, ci si prestano le cose, si mangia insieme, si ride e si canta ed a volte ci si innamora. Si creò subito una intesa con questa coppia di ragazzi che veniva da Bologna, una città che per noi lontana, ma che rappresentava un mito, un presidio del PCI in una Italia Democristiana. Naturalmente li mandammo a farsi un bagno a mare a rilassarsi, perchè a sera avrebbero mangiato con noi. La cena dei campeggi è un momento topico, non ci si ciba solamente di mangiare, ma ci si incontra, ci si racconta, ci si conosce, così fu quella sera, un incontro tra una coppia di fidanzati bolognesi e quattro divertenti e curiosi ragazzi calabresi. loro ci raccontarono il loro mondo, risposero alle mie domande sulla veridicità dei miti circa Bologna. Loro ci chiesero del sud della Calabria, dei soliti luoghi comuni. Abbiamo scritto quella sera una bella pagina del libro della nostra vita.
La mattina dopo, appena mi svegliai, come di consuetudine, uscì dalla tenda per preparare il caffè. Vidi il mio amico Bolognese, seduto su un ceppo di albero tagliato che piangeva. Mi avvicinai e gli chiesi con stupore cosa gli fosse successo e dove era la sua fidanzata. Mi racconto che erano stati chiamati in ufficio perchè avevano ricevuto una telefonata dei genitori da Bologna, a quei tempi non esistevano ancora i cellulari, e che avendoli richiamati li pregarono di tornare subito perchè era stata compiuta una strage alla stazione di Bologna alle ore 10,25, da dove loro erano partiti il giorno prima. La fidanzata era stata accompagnata in una agenzia per trovare il primo treno possibile per il rientro.
Non seppi cosa dire, non trovai le parole, lo abbracciai solamente, anche se ci conoscevamo solo da un giorno. Svegliai i miei amici, gli spiegai la situazione, e cercammo insieme di fare ritornare il sorriso al nostro nuovo amico. Ma lui era preoccupato, forse aveva amici o parenti tra i morti, tra i feriti.
Si domandava continuamente, perchè, perchè?
Arrivo la sua ragazza in lacrime, aveva trovato un treno in partenza da Pizzo, nel primo pomeriggio.
Noi senza dire nulla ci mettemmo a smontare la tenda che avevamo gioiosamente montato la sera prima, salutammo i nostri amici per un giorno, sperando per loro che all'arrivo nella loro città "violentata", non avrebbero dovuto scoprire altre più tristi notizie.
Questo è il mio ricordo della strage alla stazione di Bologna, ed ogni volta che ci vado, non posso che raccogliermi di fronte allo squarcio che è stato lasciato in ricordo, e mentre leggo sulla lapide le molte persone innocenti, morte per mano ancora ignota, ripenso a quei miei amici di Bologna del campaggio di Briatico.
Marcello Turco


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