Lavorare per morire

Lavorare per morire, sembra paradossale ma è questa la battaglia che oggi hanno portato sulle strade di Taranto, gli operai dell'Ilva.
 Lo sanno anche le pietre che questa fabbrica lunga chilometri da anni miete vittime tra gli operai e gli abitanti di Taranto.
Oggi che la magistratura ha messo i sigilli alle acciaierie per salvaguardare la salute degli operai e degli abitanti limitrofi allo stabilimento, gli operai sono andati in piazza a manifestare per non perdere il posto di lavoro.
Nel 2012, nell'Italia potenza industriale, paese evoluto per i diritti civili, paese di chiesa, gli operai manifestano per non perdere il lavoro ma per perdere la vita. Ma ci rendiamo conto di come la gente sia arrivata ai limiti della ragionevole razionalità.
Preferiscono correre il rischio di ammalarsi, di morire, ma non di perdere il posto di lavoro.
Ma la domanda è: Lavoriamo per vivere o viviamo per lavorare?
Siamo un ingranaggio del sistema, come nel film Metropolis, che quando un operaio della catena di montaggio si rompe viene prontamente sostituito da un altro.
Penso che sia arrivato il momento che la società industriale avanzata, fondata sul capitalismo e sulle produzioni e consumi spinti, si fermi a riflettere, altrimenti oltre a distruggere il pianeta terra, distruggeremo l'animo dell'uomo.

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